Negli ultimi anni si sono tenuti centinaia di processi contro cause farmaceutiche e colossi del beauty che vendono prodotti contenenti polvere di talco, ritenuto responsabile di tumore ovarico e mesotelioma.
I processi contro Johnson & Johnson
Il dubbio sulla sicurezza dei prodotti contenenti il talco è emerso negli anni 70 del secolo scorso ed è diventato più rumoroso con l’arrivo delle prime sentenze.
Le condanne, che si sono allargate a vari marchi, hanno investito principalmente la casa farmaceutica Johnson & Johnson.
Dal risarcimento milionario richiesto da una giuria del New Jersey in favore della famiglia di una donna dell’Alabama morta di cancro ovarico, le condanne a risarcimenti milionari sono state numerose, e anche quando le cifre sono state ridotte nei successivi gradi di giudizio, è stata riconosciuta la colpevolezza dell’azienda.
In questo senso ha fatto scalpore la condanna al pagamento di 4,7 miliardi di dollari in favore di 22 donne malate di tumore, ridotta a 2,1 miliardi dalla Corte Suprema, una riduzione del risarcimento che ha consolidato il danno d’immagine sulla sicurezza dei prodotti di J&J.
J&J ha cercato di limitare i danni legali creando una nuova società, LTL Management, e imputando a quest’ultima le responsabilità dei danni legati al talco. Questa compagnia ha poi dichiarato bancarotta, un probabile tentativo di proteggere J&J da altre ingenti richieste di risarcimento.
Nell’aprile 2024 l’azienda ha proposto un accordo da 6,47 miliardi di dollari “per la risoluzione completa e definitiva di tutte le rivendicazioni attuali e future”.
La polvere di talco, quindi, è cancerogena?
L’allarmismo, dopo le prime cause e le prime condanne, si è scatenato in tutto il mondo e non si è placato quando il talco è stato inserito tra le PROBABILI sostanze cancerogene.
Ma cosa rende il talco pericoloso? La causa è nella concomitanza tra le condizioni in cui si sviluppa il talco in natura e le condizioni in cui si sviluppa l’amianto, talmente simili da portare i due materiali a manifestarsi anche nelle stesse miniere e a creare un rischio di contaminazione durante l’estrazione.
Il mondo scientifico però, sulla cancerogenicità del talco puro, si divide tra ricerche che vedono correlazioni tra l’uso del prodotto e il rischio di ammalarsi (perlopiù ricerche “causa-controllo”, retrospettive) e ricerche che non riscontrano legami (più rigorose perché di tipo prospettico).
L’AIRC consiglia, in forma precauzionale, di evitare l’uso del talco a livello perineale ed endovaginale, ma non rileva controindicazioni in altre parti del colpo.