Il caso di Anna, moglie di un marittimo morta di amianto

La definizione di nemico silenzioso, spesso attribuita all’amianto, non è affatto inopportuna. Ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione occupandoci del caso di Raffaele e Anna, marito e moglie, lui marittimo, lei casalinga.

Buona parte della storia e della carriera di Raffaele sono equiparabili alle tante storie di marittimi che abbiamo ascoltato in questi anni: la speranza di un futuro migliore, che in un luogo come Procida risulta essere raggiungibile esclusivamente imbarcandosi su una di quelle enormi navi, americane o italiane, che attraversano i mari del mondo trasportando gas o petrolio.

L’amianto su navi, rivestimenti, guarnizioni e vestiti

Navi in cui l’amianto è il materiale con il quale sono rivestiti buona parte degli interni, dai pavimenti alla sala macchine, dalle cuccette alla zona mensa, enormi contenitori di morte galleggianti, che dopo anni presentano il conto con patologie terribili.

Raffaele passa qualche anno imbarcato e poi scende a terra, assunto da un’azienda che svolge lavoro di manutenzione e rifornimento per la flotta della Marina Militare degli Stati Uniti, le cui navi sono regolarmente attraccate nel porto di Gaeta. Un lavoro monotono, ma che offre certezze a chi deve mantenere una famiglia e contemporaneamente espone Raffaele ancora una volta ai pericoli mortali dell’amianto.

In tutti questi anni di servizio, il nemico silenzioso ha agito indisturbato, ma in modo anomalo, diversamente dalle tante altre storie di marittimi. Al lavoro di Raffaele sulle navi si associa quello di Anna, che lava a mano gli indumenti da lavoro del marito, lo fa per anni quotidianamente, anche lei ignara di quanto sarebbe accaduto.

La terribile sorte di Anna, moglie di un marittimo, vittima di amianto

L’anomalia di questa storia, infatti, sta nella sorte di Anna, che purtroppo si ammala di una rara forma di mesotelioma, rimanendone vittima a soli 60 anni. Il nemico silenzioso ha potuto agire indisturbato a ogni lavaggio di indumenti compiuto dalla moglie del marittimo: l’amianto di cui erano intrisi quei panni, inalato inconsapevolmente da Anna, le è stato fatale, strappandola dall’affetto della sua famiglia. Il mesotelioma in questo caso, in una prima fase mostratosi esclusivamente con un rigonfiamento sulla parte alta della schiena, si è palesato subdolamente, tanto da far ritardare la diagnosi che però non ha lasciato alcun dubbio: mesotelioma pleurico dovuto all’esposizione indiretta all’amianto.

La storia di Anna è purtroppo inconsueta, ma non rara: diversi sono i casi in cui le esposizioni all’asbesto avvengono in modo indiretto, ma altrettanto letali e rappresentano un’ulteriore dimostrazione di quanto ancora dell’amianto poco si sa e troppo si nasconde.

L’impegno dello studio Petruzzelli&Partner per il risarcimento alla famiglia del marittimo

Al triste epilogo familiare è seguito il nostro impegno per far sì che questa vicenda e i suoi protagonisti abbiano giustizia. Lo Studio Petruzzelli è al momento impegnato ad assistere Raffaele che chiede venga riconosciuta la responsabilità del tragico evento che ha colpito sua moglie. Il dibattimento procede dopo l’acquisizione delle prove e dopo l’ascolto del marittimo, al quale gli avvocati di tutte le parti in causa hanno rivolto le proprie domande.
Vi aggiorneremo a breve sugli sviluppi del caso, convinti che finalmente la giustizia farà il suo corso.

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