L. nasce nel 1953 a Procida, isola del Golfo di Napoli, un luogo in cui l’attività di marittimo è quasi una tradizione di famiglia.
La storia di L. ci racconta un dato particolare sul quale riflettere: come marittimo ha svolto il suo servizio per soli 35 mesi, dunque non una vita intera, meno di tre anni che sono però bastati affinché l’amianto svolgesse il suo triste “compito”. L. si imbarca per la prima volta nel 1973 come “Giovanotto di macchina”, successivamente viene nominato operaio motorista allievo ufficiale di macchine per poi chiudere la sua carriera come primo ufficiale.
Una carriera breve, 26 mesi e 15 giorni su navi battenti bandiera nazionale e 8 mesi e 7 giorni su navi americane, le stesse compagnie petrolifere che si sarebbero poi fuse ad un’azienda leader nel settore petrolifero). Sbarcato, L. lavora per più di trent’anni come impiegato presso un ufficio postale, ignaro di quanto fosse grande quello a cui era stato esposto e che gli sarebbe stato fatale.
L. muore infatti nel 2018, 45 anni dopo il suo primo imbarco, a causa di un tumore al polmone causato, come scientificamente accertato, dall’esposizione alle fibre di amianto delle quali le navi americane erano coibentate.
La causa dura pochi mesi. Il giudizio viene incardinato nel Delaware, presso la Corte Superiore Distrettuale, il cliente resterà in Italia, partecipando al dibattimento in videoconferenza. Il procedimento si è concluso con un risarcimento di 800 mila dollari.